Eravamo quattro amici al bar. Avvocati, psicologi e psicoterapeuti accomunati dalla convinzione che, quando si tratta di famiglia e di minori, dette figure professionali non possono limitarsi a dialogare, ma devono tendere a costruire vere e proprie sinergie.

Poi siamo cresciuti. E siamo diventati un’associazione culturale. Ci siamo voluti chiamare #ancoramici (con l’hashtag rubato al linguaggio di Twitter): perché, quando ci si lascia, “ancora amici” si può restare. O almeno: ci si può provare. Ci siamo dati un brand ed un sito: www.byebyecupid.it.

Alla fine siamo cresciuti  a tal punto da avere bisogno di un contenitore ancora più ampio: un’associazione di promozione sociale. Perché le nostre non potevano restare chiacchiere da bar ma avevano bisogno di una piazza e di un megafono.

La piazza l’abbiamo occupata. Da oggi abbiamo anche il megafono. E il megafono è il Collaborativo di Alessandria. Il nome allude alla Pratica Collaborativa.

Alcuni di noi, infatti, si sono trovati a fare quello che fece il papà dei professionisti collaborativi, Stewart Webb, avvocato di Minneapolis. Dopo una causa di separazione-divorzio sono tornati dal tribunale, hanno gettato in un angolo la borsa stracolma di carte e hanno detto: “io con questi qui non voglio avere più niente a che fare!”.

“Questi qui” sono i giudici. Magari anche bravi giudici. Il punto è che, quando si tratta di dare risposte ad una crisi familiare, i tribunali non ce la fanno più. I giudici non ce la fanno più ad andare al cuore dei problemi e nelle sentenze che pronunciano spesso manca l’essenziale e resta “il troppo e l’vano”.

La sfida è quella di non delegare ad un tribunale il destino proprio e dei propri figli. Perché bisogna educare i coniugi – anche quando c’è un conflitto – a tenere a mente la lezione di Abraham Lincoln:

“Avvocato sconsiglia sempre dal far causa.
Consiglia, ogni volta che puoi, i tuoi vicini ad accordarsi.
Fai loro presente che chi sembra il vincitore spesso è il vero perdente.”

Come faremo tutto ciò? Collaborando. Collaborando tra noi e collaborando con voi. Se avrete la pazienza di leggerci.

avv. Riccardo Vaccaro

Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Alessandria dal 1993, avvocato cassazionista, nonché giornalista pubblicista dal 1989 e titolare dello “Studio Legale Vaccaro” di Alessandria. E’ avvocato collaborativo, iscritto alla AIADC – Associazione Italiana Professionisti Collaborativi, e alla IACP – International Academy of Collaborative Professionals.

Commenti

Chiara Demichelis – 21-Mar

Mi occupo da anni del diritti di famiglia e della crisi coniugale e non posso che sottoscrivere le sagge osservazioni del Collega: noi avvocati siamo chiamati a risolvere le problematiche dei nostri assistiti ed abbiamo l’obbligo professionale di fornire i migliori mezzi per raggiungere l’auspicato traguardo.
La pratica collaborativa è senz’altro uno di questi.
avv Chiara Demichelis

Nicole Plettner – 23-Mar

Nelle separazioni e divorzi non serve farsi la guerra. Serve l’empatia che riesce a comprendere i problemi dei coniugi ( e genitori) che spesso hanno bisogno di imparare nuovamente la comunicazione tra di loro. Un giudice di un tribunale, che vede solo le carte e poco le persone, non può assolvere a questo compito.

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